Tutta la verità sulla differenza tra agile e Scrum

Agile VS Scrum
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Tutta la verità sulla differenza tra agile e Scrum

Le convinzioni sono dure a morire

Qual è la differenza tra agile e Scrum?

A 21 anni dalla pubblicazione dell’Agile Manifesto e a dispetto del fatto che Scrum abbia festeggiato i suoi 27 anni, una delle convinzioni più radicate è che agile e Scrum siano (praticamente) la stessa cosa. Se ci aggiungiamo l’opera di confusione e disinformazione che i fuffologi di turno compiono sui temi dell’agilità, BOOM! Il gioco è fatto e diventa davvero difficile sdradicare le false credenza che si sono “installate” nel nostro cervello soprattutto se di tempo (e a volte di voglia) di approfondire ne abbiamo davvero poco.

Per provare a chiarire la questione chiedo auto a Simon Sinek e alla sua metafora del Golden Circle che utilizzo (mi perdonerà Sinek) prendendomi qualche libertà interpretativa perché quando si tratta di questioni umane è sempre necessario “partire dal centro”. E l’agilità è, prima di tutto, una questione profondamente umana.

The Golden Circle

The Golden Circle by Simon Sinek

Il Golden Circle riguarda la comunicazione e la capacità dei grandi leader di ispirare e coinvolgere partendo dal loro “WHY”: la motivazione più intima e profonda, che ci spinge ad agire e influenza il comportamento degli altri  perchè parla al loro cuore comunicando passione, convinzione, coerenza e senso di scopo.

Le persone non comprano quello che fai, comprano il perché lo fai. – Simon Sinek
Allo stesso modo “L’agilità non riguarda quello che fai ma il perché lo fai” quindi, per spiegare la differenza tra agile e Scrum non sono la stessa cosa, occore fare chiarezza sul PERCHE’, sul COME e sul COSA dell’agilità.

Il Golden Circle dell’agilità

The Agile Golden Circle

The Agile Golden Circle

WHY: agile è un mindset

Partiamo dal centro: da quello che crediamo giusto, che ci da una direzione, ispira i nostri comportamenti. Insomma, partiamo dai nostri Valori.

“Agile” è una filosofia, un mindset, un modo diverso (rispetto a quello tradizionale) di pensare e di agire guidato da un set di valori e principi che riconosciamo come nostri e che ci rappresentano.

Questo insieme di valori e principi, tutto ciò che davvero è importante, l’essenziale da sapere sull’agile, è distillato in un piccolo documento (un paio di pagine e solo 168 parole): l’Agile Manifesto.

A redigere e firmare l’Agile Manifesto , nel Febbraio 2001, sono 17 tra i massimi esperti mondiali di Project Management e Sviluppo Software, molti dei quali ancora operanti nel settore, a cui si deve la creazione dei framework agili più diffusi. Tra questi Ken Schwaber e Jeff Sutherland, i due co-papà di Scrum.

L’Agile Manifesto contiene i 4 VALORI ed i 12 PRINCIPI su cui si fonda la filosofia agile:

  • I 4 VALORI costituiscono i pilastri portanti e le fondamenta della filosofia agile. Definiscono l’identità agile, ispirano i nostri comportamenti e ci indicano la direzione, come un faro o la stella polare.
  • I 12 PRINCIPI ci aiutano ad declinare più concretamente i 4 valori.

I 4 Valori recitano:

1. Individuals and interactions over processes and tools Le persone sono i veri asset. Creatività, impegno e passione esistono solo nella sfera dell’individuo e contribuiscono, molto più di tools e processi, alle performance di una iniziativa.

2. Working software over comprehensive documentation

Il cliente ci paga per un prodotto/servizio funzionante e che dia valore non per le nostri doti di scrittori. La documentazione NON è il fine ultimo ma è funzionale a ciò che dobbiamo realizzare. Quindi scriviamo quella che serve ed è utile a qualcuno ed evitiamo di improvvisarci dei moderni Dante Alighieri.

3. Customer collaboration over contract negotiation

I contratti servono a disciplinare comportamenti potenzialmente opportunistici tra fornitori e clienti ma nessun contratto potrà mai sostituire una relazione costruita sulla fiducia e la collaborazione.
4. Responding to change over following a plan

Un lifecycle adattivo che sappia rispondere ai cambiamenti innalza le chance di successo perché si adatta, in modo emergente, alle esigenze del cliente.

Accettiamo, una volta per tutte che, in contesti complessi, il Cliente, per quanto preparato possa essere:

  • ha tutto diritto di cambiare idea
  • non può prevedere tutto all’inizio.

La struttura dei Valori è A più che B.  Il Manifesto non nega che l’elemento sulla destra sia importante ma sottolinea come quello sulla sinistra lo sia di più.

E, in sintesi, i 12 Principi che ci aiutano a concretizzare i 4 valori:

  • [1] La soddisfazione del cliente è la massima priorità ed il fine ultimo
  • [2] Il valore è realizzabile solo accogliendo con flessibilità i cambiamenti
  • [3] Ridurre il time-to-market e anticipare la realizzazione di valore è essenziale
  • [4] La stretta e continua collaborazione con il cliente garantisce il successo
  • [5] Le persone sono i veri asset: motivarle, coinvolgerle, responsabilizzarle e creare un clima di fiducia aumenta le chance di successo
  • [6] Prediligere forme di comunicazione calde, low-tech, preferibilmente face-to-face amplifica la comunicazione empatica

  • [7] L’avanzamento si misura rispetto al valore effettivamente fornito al cliente
  • [8] Gli approcci agili promuovono un ritmo sostenibile che protegge il benessere, l’equilibrio e la motivazione delle persone amplificando le chance di successo
  • [9] La ricerca dell’eccellenza tecnica amplifica l’agilità
  • [10] “La semplicità, l’arte di massimizzare la quantità di lavoro non svolto, è essenziale”. Ci focalizziamo solo su ciò che rappresenta valore: nulla di meno e nulla di più. Tutto il resto è “Waste”!
  • [11] Solo l’intelligenza collettiva di persone “empowered”, a cui viene lasciata la libertà di decidere del proprio lavoro in modo auto organizzato, sono in grado di produrre risultati eccellenti
  • [12] Il continuo miglioramento è strutturalmente parte dell’approccio agile: alle persone è chiesto di ritagliarsi regolarmente degli spazi di riflessione per identificare degli spunti di miglioramento ed adattare di conseguenza il loro comportamento.

L’Agile Manifesto è stato scritto da e per i professionisti che si occupano di sviluppo software ma, probabilmente ben al di la delle stesse aspettative dei suoi 17 firmatari, oggi possiamo davvero dire che i suoi valori e principi hanno assunto un carattere universale che trascende i confini di qualsiasi contesto specifico.

L’Agile Manifesto rappresenta quindi la “dichiarazione valoriale” che dovrebbe guidare qualsiasi approccio, iniziativa, persona o organizzazione che voglia qualificarsi come agile. Siamo agili quando ne condividiamo i valori e i principi.

Non contiene alcuna indicazione tecnica, non ci suggerisce quando o come fare qualcosa ma ci da una direzione, rappresenta la bussola che guida i nostri comportamenti.

Le persone sono in grado di qualificare e governare se stesse, come individui e come gruppi, perché attingono ad un bacino di valori comuni.

HOW: Scrum è un framework

Dato che le parole hanno il loro peso, aggiungiamo che “agile” è un aggettivo e non un sostantivo. Dunque qualifica e descrive qualcos’altro. Ma cosa esattamente?

I framework agili sono approcci che ci offrono delle linee guida, dei confini, delle regole basiche per “agire” concretamente i valori e i principi agili contenuti nell’Agile Manifesto: il COME dell’agilità.

Ogni framework agile “interpreta”, rende viva e agisce l’agilità creativamente, a modo suo, ma senza mai snaturarne i valori e principi originali.

Parliamo di “framework” e non di “metodologie” perché solitamente con i primi ci riferiamo a qualcosa di più light e meno prescrittivo rispetto ad una metodologia tradizionale che tende invece ad essere più rigida e burocratica.

I framework agili, coerentemente con la filosofia Lean, di cui ereditano lo spirito, eliminano tutto ciò che è superfluo e prevedono il livello di controllo e struttura strettamente funzionale al loro scopo. Tutto il resto è lasciato all’intelligenza collettiva e alla capacità di auto gestione di persone “empowered”.

Esistono moltissimi framework agili, anche molto diversi tra loro e nati in epoche storiche diverse, ma tutti con un DNA comune: l’adesione piena ai valori e ai principi dell’Agile Manifesto.

Scrum è uno di questi framework come lo sono  Kanban, eXtreme Programming (XP), DSDM, etc.

A dire il vero. Scrum non è proprio un framework agile qualsiasi. La 15^ versione del report “State of Agile” (2021) conferma come sia ancora Scrum a dominare la scena degli approcci agili. Scrum è il framework di riferimento per il 66% circa delle aziende a cui si aggiunge un ulteriore 15% relativo alle sue ibridazioni: Scrum/Kanban (ScrumBan) per il 9% e Scrum/XP per il 6%.

Probabilmente l’equazione “agile = Scrum” è, in parte, frutto proprio della sua popolarità.

Una delle metafore più famose e efficaci per descrivere il rapporto che c’è tra agilità e framework agili è quello dell’”Agile Umbrella”: l’agile è un ombrello che sotto di se raggruppa diversi approcci e framework.

Agile Umbrella

Agile Umbrella

Per approndire Scrum e le sue “regole del gioco” di Scrum leggi il mio precedente post su qui.

WHAT: i framework usano le pratiche

Quando parliamo di pratiche agili ci riferiamo alla nostra “cassetta degli attrezzi”: l’insieme dei tool e delle tecniche che possiamo utilizzare per svolgere il nostro lavoro: il COSA dell’agilità.

Esistono moltissime pratiche agili: Pair Pogramming, User Story, Story Point, Planning Poker, Continuous Integration sono alcuni esempi.

Le pratiche rappresentano i nostri strumenti, i “ferri del mestiere”, la parte più visibile del nostro agire ma fermarsi a queste vuol dire fermarsi in superficie e rappresenta la differenza tra “fare agile” ed “essere agile”.

Un errore comune è pensare che le pratiche qualifichino i framework e siano in qualche modo mandatorie.

Una cosa è sapere che alcune pratiche sono estremamente diffuse nella comunità agile per la loro comprovata utilità, una cosa è credere che, ad esempio, se adottiamo Scrum, siamo anche tenuti a descrivere i nostri requisiti con le User Story o stimarle con gli Story Point.

User Story e Story Point (e le pratiche in generale) non fanno parte del framework: Scrum non prescrive pratiche specifiche ma può contenerle, ci invita a sperimentarle e poi scegliere quelle più utili e adatte al nostro contesto.

Il modello agile è “osmotico”

Il modello agile è osmotico perché il suo “principio attivo” filtra dal centro verso la periferia: i Valori e Principi del centro (il WHY) permeano lo strato intermedio dei framework che adottiamo (l’HOW) che, a sua volta, filtra al livello delle pratiche (il WHAT).

Dunque siamo agili (secondo un modello dentro-fuori) quando, in ordine di priorità:

  • Ci facciamo ispirare dai VALORI e guidare dai PRINCIPI
  • Scegliamo ed adottiamo uno (o più) FRAMEWORK
  • Scegliamo le PRATICHE più adatte al nostro contesto.

Per concludere

Spero di aver chiarito la differenza tra agile e Scrum: agile è qualcosa che va ben oltre il modo con cui decidiamo di implementarlo o gli strumenti che scegliamo per farlo.

Se non partiamo dal centro, dai nostri valori, dal nostro mindset uno strumento rimane uno strumento e non ci renderà più agili di quanto lo eravamo ieri.

Le nostre fonti

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  • E’ corretto parlare di agile come di una “metodologia”?
  • Quali dei valori e principi dell’Agile Manifesto ritrovi in Scrum?
  • Come Scrum interpreta l’agilità?

Se ti va di condividere con me i tuoi pensieri sull’argomento, lasciami un commento qui.

E, se hai voglia di approfondire, dai un’occhiata ai nostri corsi online o in aula/virtual-room.

Ti aspettiamo!

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